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Channel: L'inferno degli Angeli » sergio angileri
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La catena di quotidiani EPOLIS lancia la campagna OSCURIAMO I SITI CHE PROMUOVONO L’ORGOGLIO PEDOFILO.
Mandate un sms col vostro nome a:
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Article 4

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logo 2007
Capita sempre così. All’inizio sottovaluti la cosa. Sminuendola. Non considerandola per quello che è: un grave effettivo pericolo.
Ed anche quando il problema si palesa in tutta la sua drammaticità pensi che sia opera di un gruppo di sbandati. Qualche bonaccione, un po’ provocatore un po’ “cazzaro”, che non ha ben capito il limite tra l’ironia, pungente e dissacrante, ed il cattivo gusto, evidente.
Poi scopri che quelle idee appaiono sui giornali, certi giornali. Che qualche ospitata televisiva, in quei programmi dove le arene tra innocentisti e colpevolisti servono a tenere desti spettatori e sponsor, dà loro visibilità. Ma soprattutto le vedi entrare nelle aule giudiziarie. Dove assonnati giudici distratti le prendono per buone a favore di criminali rimessi in libertà, con un nuovo certificato di garantita verginità. Ed a pagarla ancora una volta sono loro, i bambini.
Abusati, sfruttati, seviziati, torturati, magari uccisi.
Vittime che il prossimo 23 giugno si troveranno a subire pure la giornata dell’orgoglio pedofilo, partita in sordina ed oggi prossima a diventare festa nazionale.
Scommetto anzi che se si facesse un referendum, grazie all’omertà garantita dal seggio, di voti ne prenderebbe pure molti, obbligandoci una volta per tutte a cercare un viaggio all’estero. Di sola andata.
Oggi è comunque inutile indignarsi. Dato che è da un po’ che la pedofilia, anche nella nostra realtà, ha ampiamente dimostrato la sua volgare forza. Mentre noi inerti la lasciavamo fare.
Meglio tenere le energie per continuare a ribellarsi. Prima che sia realmente troppo tardi.
D’altronde la storia avrebbe dovuto insegnarci qualcosa.
A Berlino, agli inizi del secolo scorso incominciarono a girare alcune storielle, sempre più pungenti ed offensive.
Prima provocatorie, poi denigratorie. All’inizio solo barzellette, magari di grossa grana, poi vere e proprie offese. Oggetto degli attacchi, gli ebrei. 
Sappiamo tutti com’è andata a finire.  Per quei 6 milioni di innocenti che quelle battute le hanno vissuto sulla propria pelle. Nel numero che i soliti insospettabili, avevano tatuato loro addosso. 
Ma soprattutto quanto sottovalutato, all’inizio, fu quel dramma.

Article 3

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DIAVOLO
 
A D. R. / A Domanda Rispondo.
 
D: Perché hai sempre preso le difese dei casi di pedofilia nelle scuole materne italiane?
R: Perché ho visto e conosciuto molti di quei bambini. Toccato con mano il loro malessere.
La loro fortissima sofferenza. Ho visto la loro paura, ancora viva. La certezza che per aver chiesto aiuto prima o poi verranno uccisi. O perderanno i genitori….
 PEDOFILIA IN BRASILE
D: Però a Brescia sono stati assolti.
R: Vero, per un processo. Facendo “uscire” dallo stesso le perizie mediche e psicologiche che confermavano gli abusi avvenuti e la credibilità delle vittime, grazie a quei “vizi di forma” che permettono ai delinquenti di stare in libertà ed alle vittime di essere oltraggiate.  E chiamando a propria difesa una nota esperta a livello internazionale che per soli 270mila euro 4 anni dopo gli abusi ha periziato i bambini……guardando le fotografie e dicendo che, “anche se le foto non sono chiare, penso che non abbiano subito abusi”…..Mentre in un altro processo, sempre a Brescia, c’è stata una condanna confermata in due gradi ed una dichiarazione della Procura dove si dice “ci sono numerosi complici ma purtroppo non siamo riusciti ad indicarli”: chissà come mai questo processo e queste dichiarazioni non le ricordano mai.
Trovo comunque di una stupidità infinita il richiamare una assoluzione come se per quello tutte le denunce fossero fasulle:con lo stesso criterio dovremmo assolvere tutti i criminali mafiosi, dato che il primissimo maxy processo per mafia, tenutosi nel lontano 1969, vide assolti tutti gli imputati “per insufficienza di prove” o “perché il fatto non sussiste”.
Sai chi c’era dietro il banco di suddetti imputati: c’erano Salvatore Riìna, detto Totò u’curtu, Bernardo Provenzano, detto U’Tratturi, il clan dei corleonesi al gran completo, Badalamenti, tutti assolti e quindi tutti innocenti.
 satani20
D: C’è chi parla di contagio:
R: Scambiando la pedofilia per l’influenza. Spacciandosi per conoscitori del fenomeno con una cultura da bar dello sport, quello nel quale il giorno dopo la partita sono sempre tutti allenatori. Anche se non sanno distinguere una palla da calcio da una da basket.
Trovo oltraggioso parlare di contagio, sminuendo il problema ed attaccando i genitori che in queste vicende perdono sempre e comunque. Perché il loro piccolo starà male, perché verranno isolati, perché nessuno starà al loro fianco….E’ la stesa cultura, di cui internet è pieno zeppo, che ad esempio nega “scientificamente” l’esistenza dell’Olocausto…..
 chaplin hitler
D: Perché molti personaggi che si dichiarano impegnati in prima linea nella lotta ai minori su questi casi non si fanno sentire?
R: Posso risponderti per quello che faccio io, non per quello che non fanno gli altri.
 BOTTE
D: In una recente intervista registrata per la Rai l’intervistatrice ti ha detto che tra le varie critiche che ti muovono c’è quella di essere lo Zorro dell’antipedofilia?
R: Se io sono Zorro vuol dire che i miei antagonisti ricoprono il ruolo del sergente Garcìa: un grosso goffo imbecille. Pertanto quella che doveva essere un’accusa mi pare una volta tanto invece un bel complimento.
 stupido
D: A proposito di oltraggi, la vostra difesa ad oltranza delle vittime, vi ha attirato moltissimi attacchi:
 R: Ma abbiamo imparato a gestirli ed a pazientare, in attesa di presentare noi il conto. Trattasi di attacchi giostrati ad arte, fatti da imbecilli per imbecilli.
Certo se stavamo tranquilli in un angolo, non alzavamo la voce per difendere le vere vittime avremmo avuto molti meno problemi. Magari potevamo organizzare un bel convegno e sottolineare che tutti i bambini subiscono abusi solo dentro le mura domestiche…….Ma allora tanto valeva occuparci di francobolli.
A turno hanno fatto di tutto per screditarci. Hanno scritto che eravamo ex preti cacciati dalla Chiesa e che per questo con la Chiesa ce l’avevamo. Poi invece che eravamo una setta di anticlericali. Quindi che eravamo pedofili mascherati da anti pedofili. Poi che eravamo collusi con magistrature e forze dell’ordine con il fine di portare alla gogna persone innocenti. Poi ancora che convincevamo le famiglie  che i loro figli erano stati abusati. Che facevamo rumore per depistare le indagini e far condannare dei poveri innocenti lasciando liberi i colpevoli. Che facevamo tutto questo per arricchirci. Ed un mare di altre str….. che mi vergogno anche solo a ripetere.  
 
blog pedofilia
D: I bambini però si sa avere delle fantasie….
R: Ma non di questo tipo. E non con una coerenza di sentimenti costante nel tempo. La vergogna, i sensi di colpa, il disagio, la sensazione di sentirsi sporchi, la paura. Nulla di questo nasce dall’invenzione. Da talune fantasie. Ma solo da tristi realtà.
 Adesivo_Sigarette
D: Ora si festeggia nuovamente l’orgoglio pedofilo. Ricordo una tua conferenza stampa di circa dieci anni fa a Bergamo, più o meno, dove denunciasti tale giornata. Perché non la si è fermata prima?
R: Forse perché la si è sottovalutata. O perché, io per primo, la si pensava più una manifestazione folkloristica. Invece quelle idee hanno preso piede dentro le aule giudiziarie, in certi tribunali e dal folklore si è passati all’orrore dello stupro, legalizzato.
CONTINUA……..
 

Article 2

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La mia risposta al Boy Love Day.
 Loss2
L’INFERNO DEGLI ANGELI.
Per due giorni staremo zitti. Parleranno gli altri. Come sempre.
Come quando si celebra la giornata mondiale per l’infanzia, ad esempio, o come quando, di recente, esaurito il filone Cogne certi sciacalli televisivi hanno banchettato coi bambini di Rignano o di Brescia.
Ho pensato parecchio a cosa scrivere per coprire il vuoto di questi due giorni.
Mettere nuovamente una qualche  foto? Alzando magari ancora di più il livello della durezza per calcare l’acceleratore della denuncia sociale, dato che oramai pare essere l’unico modo per scuotere certe coscienze?!
No…..già fatto.
Una nuova raccolta firme o un sit-in?….no comment.
Un articolo dove fare nomi e cognomi dei pedofili, attirandosi magari qualche nemico in più? ….non originale, dato che qui lo si fa da sempre ogni giorno.
Allora ho pensato di postare questo mio capitolo. Tratto dal mio secondo libro “L’inferno degli angeli”.
Lo posto perché unisce due fronti del mio lavoro, i bimbi abusati in Italia ed anche una piccola parte di Romania.
Ma lo posto perché è l’unica risposta a chi festeggia l’orgoglio di essere ciò che è, ma anche a quei tromboni che si indignano solo per compartire sui giornali ed avere un po’ di gratuita visibilità, sulla pelle dei bimbi che tanto, si sa, non proteggerebbero mai.
Molti di voi questa storia l’hanno letta, non importa.
In qualsiasi caso rileggetevela tutti quanti, partendo da una premessa. Inedita.
La bimba di cui parlo a settembre andrà all’Università.
Sta benissimo. E’ bellissima.
E quei i ricordi sono solo sfumati sogni incolori.
Questa, proprio questa l’unica risposta ai pedofili, coerentemente orgogliosi, o mascherati:
 
FANCULO PEDOFILIA!!!!!!!!
E FORZA BAMBINI!!!!!!!!!!!!!!!!
 
blog pedofilia
CAPITOLO 1 – DA L’INFERNO DEGLI ANGELI DI MASSIMILIANO FRASSI.
LA BIMBA, IL BOSCO, GLI ORSI
 
 
“Sono storie da dimenticare,
come sanguina il tuo cuore, però!
Vincerà l’amore, sulle tue paure…”.
Renato Zero – Storie da dimenticare.
 
Mi chiamo Martina, ho dodici anni e se sapessi scrivere, questo, sarebbe il mio Diario.
Da un anno ho smesso di grugnire ed ora posso parlare normalmente anch’io.
E’ bello dare un nome alle cose. Bellissimo poterle descrivere.
Prima, era tutto uguale. O forse, più semplicemente, se anche avessi saputo parlare nessuno sarebbe mai stato a sentirmi.
Prima, vivevo con mio padre e con i miei due fratelli, handicappati mentali, in una baracca nel bosco.
Pochi metri. Un grande letto matrimoniale, col materasso marrone. Un catino di plastica ed un piccolo fornello arrugginito, appoggiato ad un vecchio tavolo di legno. Senza sedie.
Tutti insieme, appassionatamente.
La mamma se n’è andata quando avevo quattro anni.
Il papà ha cominciato a violentarmi quando avevo quattro anni.
Non so dove sia andata la mamma.
Non so perché ancora lo chiamo papà.
Un paio d’anni dopo, hanno incominciato anche i miei fratelli, a violentarmi.
A volte andavano avanti per ore.
Io svenivo, perdevo sangue, ma niente di tutto ciò li fermava. Anzi. Il sangue a loro piaceva. E se svenivo era meglio, così non sprecavano le forze a dovermi tenere ferma.
Papà era sempre ubriaco. Non lavorava. Passava le giornate in casa e se si allontanava era solo per poche ore, “tanto non rimani mica sola, ci sono i tuoi fratelli a prendersi cura di te” mi diceva scoppiando a ridere e mostrandomi così i suoi denti neri.
Lui era molto grande, forte e robusto.
Anche i miei fratelli erano grandi.
Forti e robusti. 
E cattivi.
Non ricordo di aver mai fatto un pranzo regolare. Né tantomeno di essermi mai lavata.
Non era come qui. Qui mangio ogni giorno. Con i miei nuovi amici. E ogni giorno mi lavo, con l’acqua calda che esce dai rubinetti ed il sapone che mi profuma la pelle e mi scioglie i capelli.
Là non serviva lavarsi. Papà non lo faceva mai. E nemmeno i miei fratelli.
Al massimo, qualche volta l’estate mi immergevo nel ruscello, ma era cosa rara, perché non potevo mai allontanarmi troppo dalla casa.
Quando la suora è venuta a prendermi papà era così sbronzo che non si è nemmeno alzato da terra. I miei fratelli invece sono stati immobili in piedi a fissarla per tutto il tempo.
Io avevo i pidocchi ed i capelli erano così appiccicati che hanno dovuto tagliarmeli a zero. Avevo undici anni e a pensarci bene, pesavo poco più che un chilo per anno. I miei fratelli sono rimasti lì. Sicuramente gli manco. Chissà con chi se la prenderanno adesso che non ci sono più io. Forse si faranno le brutte cose tra di loro.
I vestiti che avevo addosso li hanno bruciati, non so perché.
Però me ne hanno dati di nuovi. Belli e puliti.
La mia prima vestina aveva così tanti fiori ricamati sopra che mi sembrava di essere un giardino. Ho pianto così tanto quando me l’hanno tolta, per mettermene una nuova, che per calmarmi mi hanno fatto un altro regalo.
Un bellissimo cagnolino di peluche, buffo e cicciotello, tutto marrone tranne che per le zampettine così bianche da sembrare neve. L’ho chiamato Flipper, come il delfino della tv.
La mia compagna Carolina dice che non si può, che il delfino poi è geloso e che Flipper è un nome solo da delfini ma io non le credo e poi a Flipper il nome gli piace e gli sta bene.
Per questo abbiamo anche litigato, ma poi facciamo pace subito.
Non si deve litigare con le persone che ami, è tempo buttato via.
Flipper mi ascolta. E mi difende.
Quando faccio ancora quel brutto sogno, lui mi difende.
Mi sveglio tutta sudata e lo stringo stretto forte a me.
Gli affondo dentro le mie dita che a volte ho quasi paura di passarlo da parte a parte.
Allora respiro profondamente, così almeno mi hanno detto di fare, e aspetto che le ombre passino mentre lui sta stretto tra le mie braccia.
 
Il sogno è iniziato tanti anni fa. E da allora l’ho fatto milioni di volte.
Io sono sola nel bosco, sto correndo ma continuo ad inciampare in lunghe bisce grigiastre e viscide, che mi attraversano la strada. Ed ogni volta che cado, mi faccio un taglio nuovo che mi fa uscire altro sangue.
Sangue che va a finire nella scia che ho lasciato dietro di me e che attraversa tutto il bosco e sembra quasi un fiume in piena.
Rosso e caldo. Pulsante. 
Gli orsi sono tre. Hanno le zampe ed il corpo come il lupo che una volta è venuto a bere l’acqua fuori dalla nostra capanna, ma la testa è quella dell’orso, ne sono certa.
Mi stanno rincorrendo e sono così vicini che sento il loro alito sul collo. Un odore rancido, d’alcool e sudore. 
Stanno digrignando i denti e le lunghe zanne affilate mi graffiano la schiena. Loro sono dietro di me, oramai mi hanno raggiunta ma io corro, corro a più non posso. Però non riesco a voltarmi, li sento ma non li guardo.
Se mi voltassi, anche solo per un attimo, sento che mi catturerebbero.
E sarebbe la fine. Altro dolore. Altro sangue.
Poi la scena cambia.
Non sono più in mezzo al bosco ma al centro di un prato così grande da non vederne la fine. Tutto intorno un mare di margherite, a tratti così fitte che sembra abbia nevicato, tanto grandi sono le chiazze bianche che hanno creato.
A pochi metri da me un sasso. Grande anch’esso.
Sopra c’è la mamma.
O almeno penso sia lei, dato che non ne vedo il volto, coperto com’è da un lungo velo nero che le avvolge anche il resto del corpo. In mano tiene una rosa. Che mi porge.
Ma quando la tocco le mie mani si sporcano nuovamente di sangue ed un brivido mi percorre tutto il corpo.
Poi tutto ad un tratto il sole va via ed incomincia a piovere. Lei si volta e io le chiedo di restare.
E’ la mia mamma, non può lasciarmi sola, anche perché gli orsi stanno per tornare, sento le loro grida in lontananza. “Mamma”, urlo, “Mamma”, “Mammaaaa !!! ”.
Invece è come se non avessi parlato. Scende dal masso e se ne va dandomi le spalle.
Allora afferro un lembo della sua veste e tiro con tutta la forza che ho.
Lei si volta di scatto e la veste che le scivola via scopre il viso.
Che è quello dell’orso.
Pronto per mangiarmi.
Quando ho finito di gridare oramai sono sveglia. Le lenzuola sono bagnate fradice.
Una mano stretta a Flipper, l’altra con le nocche ancora chiuse e rosse, per lo sforzo fatto a tirare via la veste.
La suora dice che un giorno questo sogno svanirà e non lo farò più ed io le credo poiché questa cosa mi fa stare tanto male.
Mi dice anche che imparerò ad amare gli orsi che non sono cattivi e non fanno del male ai bambini, come quello dei cartoni animati che con il suo amico al massimo ruba le merendine ai turisti che vanno a fotografarlo e fa tanto ridere la mia amica Carolina. Lui per esempio non ha i denti lunghi e non morsica nessuno. Anzi, è pure ghiotto di torte, come me.
Cinque mesi dopo che mi trovavo qui ero già raddoppiata di peso ed i capelli mi erano ricresciuti belli e forti, così diceva la suora, belli e forti.
Poi però è successo che siamo dovute tornare nel bosco.
Per tenermi qui la suora aveva bisogno che papà firmasse una carta ma lui non sa scrivere io gliel’ho detto però lei mi ha risposto che non importa bastava mettere una croce, è la legge, non possiamo farci niente, e allora siamo andate nel bosco.
All’inizio avevo paura poi sono stata contenta di rivedere il sentiero, il ruscello e anche la baracca e tutti quegli alberi che di giorno sono belli ma la notte fanno un buio così fitto che non vedi niente, nemmeno la luna, quando è tutta tonda.
Anche i miei fratelli erano contenti di vedermi ed anche il papà che all’inizio non mi aveva riconosciuta ma poi continuava ad accarezzarmi la testa e a dirmi che ero diventata proprio bella. Bellissima. Più bella che mai. Così bella che non mi avrebbe lasciata andare via. Sarei rimasta lì, con loro. Perché quella era la mia casa. Quella la mia famiglia. E magari adesso sarebbe tornata anche la mamma per vedere com’ero diventata.
E così dicendo ha preso l’ascia che usa per tagliare la legna ed ha cacciato con forza la suora, che urlava a più non posso ma lui le diceva che l’avrebbe uccisa, se non se ne fosse andata in fretta.
Quando un’ora dopo è tornata con la polizia del villaggio più vicino al bosco lui e i miei fratelli mi avevano nuovamente fatto le brutte cose. E stavano per ricominciare.
La suora ha pianto. Urlato e pianto. Io No.
Nemmeno quando per la seconda volta mi è capitato che mi togliessero la vestina e me la dovessero buttare via.
Ho capito che sarebbe stata l’ultima volta. Che nessuno mi avrebbe più sporcato. E poi a casa, quella vera, c’era Flipper ad aspettarmi, che non lo avevo portato con me per paura che loro gli facessero del male. Che sporcassero anche lui.
Ma soprattutto, non so perché, ho sentito che non avrei più sognato gli orsi. Mai più.
Non so cosa abbia fatto la polizia a mio padre ed ai miei fratelli, probabilmente nulla, ma non mi importa.
Perché da oggi so che vivrò per sempre qui.
Non ci saranno più, nella mia vita, baracche nei boschi né tantomeno orsi cattivi.
Starò qui. “Dove i bambini sono bambini”, come dice la suora, e dove gli orsi al massimo sono cartoni animati.
Qui dove imparerò a vivere.
Qui dove crescerò e diventerò grande. Insieme al mio Flipper.
Qui dove imparerò a leggere.
Ed a scrivere.
Pagine come queste.
 
“ Questa storia è liberamente ispirata ad un fatto vero.
Vera la Suora. Vera la “nuova” Casa. Veri gli Orsi ed il Bosco.
Finto il nome della Bimba. Vero quello del Cane ”.
 
p.s.: Ah, dimenticavo di dirvi una cosa importante.
Da ieri, qui abbiamo un nuovo ospite.
Ha pochi giorni di vita ma è già un bel bambino, dagli occhi azzurri come il cielo e dai capelli che sono già lunghi. Mangia e dorme, dorme e mangia. E ci regala grandi sorrisi, come a volerci dire che anche noi piacciamo a lui. L’hanno chiamato Mihail, come il nome della persona che l’ha trovato, abbandonato in un mucchio di stracci vicino al bidone dove noi buttiamo i rifiuti. Per fortuna che i topi che vanno a rovistare lì non l’hanno visto per primi, altrimenti, grossi come sono, se lo sarebbero sicuramente mangiato in un boccone. Hanno detto che la sua mamma è stata cattiva, ma io non sono proprio d’accordo. Rispetto a me infatti, lui è stato fortunato. Potrà partire da zero, senza rendersi conto di quello che gli è capitato. Come me, invece, è nato due volte. E la seconda, lo sento, è quella giusta.
Se il mio Flipper un giorno farà i cuccioli, uno sarà tutto suo………………..
 
 
.….ed a tutti i Flipper del mondo.
 
 
“Per ogni lacrima che scenderà,
un abbraccio ci perdonerà”.
Renato Zero – Pura Luce.
 
 
 Stampa_DVD def
NOTA:
La storia di Martina è stata messa in scena in modo “magistrale” dalla compagnia di Omar Ramero. Dalla prossima settimana sarà disponibile il dvd Angeli all’inferno, con questa ed altre storie. Per info. Contattateci : prometeobrescia@yahoo.it

Article 1

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Il nuovo orgoglio pedofilo: ALICE’S DAY.
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Ciò che più colpisce chi come il sottoscritto lotta ogni giorno contro i pedofili ed i loro sostenitori non è più (solo) la tipologia di abuso messa in atto, grave delinquenza che credo vincerebbe ogni classifica della categoria crimini repellenti, ma la spavalderia, la sfacciataggine, l’arroganza dimostrate.
Non c’è predatore di bambini che oggi non giochi la carta della visibilità, posando piangente in qualche bel salotto televisivo o su qualche rivista patinata. Non c’è suo sostenitore che non marci e predichi a favore della specie.
Ma non finisce certo qua. Non sazi per gli abusi perpetrati, da alcuni anni i pedofili festeggiano il boy love day, giornata dell’orgoglio pedofilo. Come se non bastasse la festa cade due volte all’anno. Ma a quanto pare ancora non sono sufficientemente appagati ed hanno quindi ancora più bisogno di festeggiare il proprio deviato io.
Per questo domani 25 aprile, ma pochi lo sanno, nel mondo intero si festeggia una terza giornata, battezzata “Alice’s day”, il giorno di Alice. Dedicata a Lewis Carrol, l’autore del libro “Alice nel paese delle meraviglie”, libro peraltro molto amato nel mondo pedofilo, Alice’s day è la festa dei pedofili “attratti sessualmente dalle sole bambine”. Pedofili quindi che, rispetto alla specie che va a caccia di chiunque abbia un’età sufficientemente piccola, indirizzano le proprie pulsioni solo verso le bambine. Oggi questi predatori si racconteranno, nei loro blog lasciati impunemente on-line, di quanto sia bello far l’amore da Trieste in giù. Meglio se con una bimba. Magari di tre anni.

La nostra risposta all’orgoglio pedofilo! Il sostegno alle vittime dei predatori di bambini!

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Tra orgogliosi ed orgoglioni 
 
La nostra risposta all’orgoglio pedofilo. Ma anche a quelle tonnellate di esperti che tra oggi e domani spunteranno come funghi per parlare di lotta alla pedofilia, loro orgoglioni più che (anti)orgogliosi.
Ritrovassimo un decimo di loro nelle aule di tribunale, dentro le vostre case, al vostro fianco……
 
pedofilia su facebookblog pedofilia massimiliano frassiMonica ha 30 anni e da almeno 20 non piangeva così. La bambina che è in lei non se l’è mai potuto permettere. Non più, almeno, da quella volta in cui ne parlò alla mamma e lei, anziché difenderla, le rispose che gli zii, o meglio, i maschi “quelle cose lì le fanno, poi si cresce e tutto passa”.
Vent’anni dopo piange, piange come mai aveva fatto prima, mentre il male del passato si fonde con la solitudine del presente, sconfitta solo grazie alla presenza di altre 150 bambine come lei, riunite nel dolore.
Siamo a Bergamo, dove per due giorni, l’Associazione Prometeo onlus (www.associazioneprometeo.org) ha organizzato una riunione che a detta degli organizzatori è stata “storica”. 150 famiglie provenienti da tutta Italia (in rappresentanza di almeno altre 1.000), dalla Sicilia al Trentino, hanno aderito al coordinamento “vittime di abusi sessuali”.
150 storie che, se solo uscissero tutte insieme da questa stanza, “travolgerebbero certe coscienze ancora troppo assopite”, dice Marco, papà di una bimba di due anni, abusata dallo zio, “lo zio preferito”, quello più amichevole, “che lei aspettava con gioia fino a quando non ha scoperto il mostro che si annidava in lui”.
Sono genitori di bambini, che spesso per la giovane età non sono creduti, ma anche adulti, vittima di un abuso accaduto 10, 20, 30 anche 60 anni fa, ma mai affrontato, mai creduto, e quindi ancora vivo dentro di loro. Sulla loro pelle.
nuovo logo giornata orgoglio pedofilo dicembre 2005Chi ha subito abusi da piccolo e non è stato aiutato guarda con sincera ammirazione ed un pizzico d’invidia, quei genitori che oggi qua dimostrano di stare affrontando l’inferno per difendere i propri cuccioli.
La figlia di Ines ha subito abusi dall’età di 5 anni. Il vicino di casa, “amorevole zio, sempre presente e generoso” non ci impiegò molto a plagiarla ed obbligarla al silenzio.
Quando raggiunta l’età dei 10 anni la piccola non voleva più uscire di casa, soffriva di attacchi di panico e disturbi alimentari, non parve vero alla donna di poter chiedere aiuto al giovane curato, appena arrivato in paese, tanto bravo a detta di tutti, di quelli che “coi ragazzi ci sanno fare”.
Già. Ci sapeva fare il “don”. Così bene che quando la madre gli consegnò idealmente la propria figlia, non perse tempo. E per la bimba inizieranno altri lunghi, indimenticabili giorni: di abusi.
Per fortuna, almeno qua, la Giustizia ha fatto il suo corso ed ora dopo due condanne in primo e secondo grado si aspetta, impazienti, l’esito finale della Cassazione. Fallita invece la giustizia sociale. La mamma ancora oggi non può prendere il pane né fare la spesa nel paese dove il tutto è accaduto, paese che la bimba ha lasciato da tempo, vivendo lontano, con dei parenti. “Qua non torna, se non il fine settimana, credo che al di là degli abusi la cosa che più l’ha ferita siano stati i messaggi dei suoi compagni, sms di insulti e minacce, gli stessi che durante le lezioni la obbligavano a barricarsi in bagno, mentre gli insegnanti non intervenivano”.blog pedofilia massimiliano frassi
Anche per Teresa la strada non è stata facile. I predatori che hanno fatto del male a sua figlia e ad altri bambini stanno in carcere: trattasi di Valerio Apolloni e Vanda Ballario, rispettivamente dirigente scolastico e insegnante di scuola materna. Condannati in Cassazione scontano poco più di due anni, avuti col rito abbreviato, un’inezia rispetto al crimine commesso.
Il padre del pedofilo ha creato un comitato che ha agito in tutta Italia diffondendo l’idea che i bambini queste cose se le inventano. Per lui il 99% degli abusi italiani sono falsi. E spesso i suoi dati sono stati presi per veri. Commenta Massimiliano Frassi, presidente di Prometeo, "se mi si passa la battuta è come se si fosse chiamato il fratello di Totò Riina a parlare di mafia”.
Anche Teresa ha lottato duro, l’ha fatto quando le arrivavano a Natale gli auguri per posta da parte del comitato falsi abusi, o quando trovava la via sotto casa tappezzata di manifesti a favore degli abusanti della figlia. O ancora quando l’incidente probatorio della piccola era stato messo in internet, così come le foto della bimba durante la perizia, lì in rete “con le gambe aperte…..”.
”Ho sofferto tantissimo, ma rispetto a quello che hanno fatto alla mia bambina, quello che ho provato io non è nulla e per questo lotterò più forte di prima, insieme agli altri genitori”.
Il dolore le viene placato, oltre che dagli altri partecipanti al gruppo, da un sms dellalibro di massimiliano frassi figlia che arriva nel momento giusto: “sono orgogliosa che tu sia lì per difendere altri bambini”.
”Oggi vediamo la luce fuori dal tunnel” dice Marta, il cui ex marito, stimato catechista, ha abusato dei propri figli per anni, “siamo tanti, forti e molto arrabbiati” rincara Elena, la cui piccola insieme ad altre 10 è stata abusata da un insegnante di teatro. “Da oggi ogni vittima che verrà attaccata, diffamata, non creduta, avrà un esercito di persone perbene al suo fianco”. “La due giorni è stata un momento importante” ha dichiarato Frassi, non solo “per elaborare un enorme mole di dolore, ma anche  per portare avanti delle proposte collettive, in un momento storico così particolare. L’età media dei bimbi abusati in Italia spazia da 0 a 4 anni. Per il pedofilo l’unione di forze significa paura, poiché lui vince se vince l’omertà”.
Il comitato di vittime a breve chiederà un incontro al Papa: “vogliamo farlo perché crediamo alle sue parole, ma chiediamo che alle stesse debbano seguire dei gesti concreti. Portargli la nostra sofferenza, sarà un modo per poterla condividere e come ha insegnato questo gruppo, sconfiggerla!”.
 pedofilo predatore blog frassi
Per aderire: info.associazioneprometeo.org   oppure Tel. 0364 880593
Qua l’ articolo integrale:
http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&i
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Condannato in primo grado per pedopornografia Sergio Angileri, psicologo palermitano.

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UN ‘ALTRA CONDANNA PER PEDOPORNOGRAFIA, STAVOLTA A PALERMO.
Riportiamo un articolo apparso sulla stampa nazionale che si ricollega alla perfezione all’intervento messo lunedì ed intitolato “Pedocriminali”. Tempismo perfetto, vero?!
Per il resto interessante vedere come le stesse parole del protagonista di questa vicenda, pedofilo secondo la condanna di primo grado, possano rientrare alla perfezione nel profilo tracciato ieri.
Ultima nota, nel suo sito, ancora on-line, una parte è dedicata alla cura di chi ha “dipendenza da internet per quanto concerne la fruizione di materiale pornografico”.
 
<<Acquisì immagini pornografiche con bambini.>>
Lui si giustifica: “Lo facevo per motivi di studio”
Pedofilia in Rete, 5 anni a uno psicologo.
“Uno psicologo di 61 anni, Sergio Angileri, è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione (tre sono cancellati dall´indulto), per detenzione continuata di materiale pedopornografico. Il pm aveva chiesto una condanna più lieve, a quattro anni e sei mesi. La sentenza, emessa a conclusione del rito abbreviato, prevede anche l´interdizione dalla professione di psicologo e da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado. Il gup Marina Petruzzella ha ritenuto l´imputato socialmente pericoloso e gli ha imposto, una volta scontata la pena, la libertà vigilata. Lo psicoterapeuta, che ha uno studio in via Leonardo da Vinci, si era difeso motivando un interesse mosso da scopi unicamente professionali e sostenendo che la navigazione attraverso i siti “incriminati” era stata compiuta per motivi di studio.
L´imputato era finito sotto indagine nel 2003 per l´acquisto ripetuto, in maniera definita «seriale, maniacale», di materiale pedopornografico su Internet sin dal 2000. Per centinaia di volte il professionista avrebbe adoperato la sua carta di credito per acquistare foto pornografiche con al centro atti sessuali su neonati, anche di pochi mesi, e su bambini. La frequentazione reiterata dei siti per pedofili sarebbe emersa dai riscontri fatti dalla polizia postale. Nella sua abitazione è stato sequestrato materiale informatico in abbondanza, e la perizia disposta dal giudice ha confermato l´acquisto e la navigazione in siti pedopornografici.
Nonostante la difesa di Angileri, il pm ha definito preoccupante che il reato fosse commesso da uno psicologo, ovvero da un professionista che dovrebbe anche curare pazienti malati di pedofilia. Una condanna pesante, quella del giudice Petruzzella, perché è stato ritenuto che l´imputato abbia avuto continuamente – si parla di «migliaia di volte» – accesso a Internet. Di fronte alla perizia tecnica, condotta dall´esperto nominato dal giudice, Marcello La Bella, ritenuto un´autorità in materia, l´imputato ha inserito in sua difesa, tra gli atti del processo, un articolo pubblicato su una rivista nel 2005. Si tratta di un servizio in cui si afferma che, se tanta gente usufruisce di questo tipo di materiale, bisogna, piuttosto che scandalizzarsi, comprendere il fenomeno. È un reato introdotto di recente, quello dell´acquisizione di materiale pedopornografico, ma ritenuto ormai tra i più gravi, di rilevanza mondiale, e che coinvolge anche bambini ignari davanti al computer. Oltre all´acquisto, per il quale Angileri è finito sotto processo, i magistrati hanno scoperto una serie di foto, a sfondo erotico, scattate a una bambina. Lo psicologo si è difeso negando che le foto fossero pornografiche. “

Lo strano caso del dr. Sergio Angileri, psicologo di Palermo.

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Lo strano caso del dottor Sergio Angileri, psicologo di Palermo.

PREMESSA:
chi ci segue da tempo sa che di “stranezze” nel campo della lotta alla pedofilia ce ne sono a decine. Io pure ci ho infarcito il mio prossimo libro in uscita. Alcune sono così folli che se non parlassimo di bimbi abusati ci sarebbe da morire dal ridere.
Il tizio che si difende dicendo che è stato il proprio gatto a scaricargli le foto pedo nel pc, o quello assolto perché abusante  sì ma pure sonnambulo, o l’educattore che spaccia per teatro il gioco della formichina, ne sono un esempio.
Quanto stiamo per commentare, bhè, crediamo non sia da meno:

Partiamo da un link di qualche anno fa, a cui abbiamo cambiato un verbo poiché male interpretato . Questo:  http://www.massimilianofrassi.it/blog/6351.html   
Il link che avete appena cliccato e riletto, come avete visto, vi ha rimandato ad un articolo, che riportammo in questo Blog dopo aver tracciato un profilo (in un altro articolo precedente) di come i criminali pedofili / pedocriminali (termine su cui siamo d’accordo tutti, se intendiamo la pedofilia un crimine, o sul quale siamo contrari se la pensiamo assolutamente da non punire) tendono a difendersi, secondo uno studio fatto in America. Nei giorni seguenti a quel nostro primo intervento pubblicammo quello a cui il link vi ha rimandato, ovvero un articolo tratto dal Giornale di Sicilia che riportava la auto difesa di uno psicologo palermitano, Sergio Angileri, dopo la condanna per pedopornografia, in primo grado.
Nel suo pc: “foto di neonati e di bambini seviziati”.
Il nostro errore fu di scrivere “arrestato” (errore a cui facciamo ammenda. Con arrestato si intendeva la logica conseguenza ad un simile crimine, dando l’arresto per scontato ed invece scoprendo che malgrado la denuncia tale arresto non era mai stato posto in essere, ma così vanno le cose nel nostro paese…..; non parlammo comunque mai di carcere!).
Ora Angileri torna a contattarci, con una mail di cui riportiamo alcuni significativi stralci, prima di passare ai nostri commenti.

<<Buongiorno, Massimiliano Frassi!
Vedo oggi, che continua ad essere presente l’informazione sul mio conto, sin dall’11.12.2007, completamente errata e non corrispondente a fatti di realtà. Prima fra tutte, l’informazione relativa ad un mio presunto arresto/carcerazione per cinque anni e sei mesi, che sarebbe avvenuta, secondo la sua diffamante informazione, già l’11.12.2007. (…) ancora oggi lei persevera con la sua azione diffamatoria nei miei confronti. Nemmeno una sola virgola di quello che scrisse la Petruzzella, la gip del primo grado, corrisponde ai fatti concreti e periziati. Nemmeno una delle cose da Petruzzella allora pensate contro di me si è mai realizzata o eseguita, proprio perché io non mai commesso nulla di ciò di cui mi si accusava e questo io glielo dissi sin da subito e ripetuto più volte. Lei, Frassi, ha continuato a fare orecchio da mercante.
(…) Per darle un’ultima opportunità, per darle ancora una volta la possibilità di correggere IMMEDIATAMENTE l’informazione on-line, la informo che:
1.     nel febbraio 2010 la Corte di Appello di Palermo ha abbondantemente riformulato la decisione di Petruzzella e, cosa di gran lunga più significativa,
2.     la Suprema Corte di Cassazione di Roma, ha ANNULLATO la stessa sentenza della Corte di Appello.
Ciò dunque dimostra la totale infondatezza della decisione di Petruzzella, avvenuta il 10.12.2007 e della stessa Corte di Appello, poi.  (…) Di conseguenza le intimo di correggere subito la informazione in Internet e le chiedo di fornire l’informazione che le sto qui informalmente, ma ufficialmente, fornendo.
Ho le prove che la sua azione diffamatoria è stato un atto continuato negli ultimi tre anni, nonostante le mie richieste. Nonostante ciò, vorrei evitare di avere ancora a che fare con gli orridi ambienti della “giustizia”, quindi vorrei evitare di doverla querelare e denunciare. (…)
Dr. Sergio Angileri
PS= mi saluti la sig.ra d.ssa Pugliese. Grazie.”

Questa parte della mail. Compresa di Ps, forse uno pseudo messaggio subliminale, incommentabile per il tasso di ridicolo (e non solo…) che porta con sé  (per chi non lo sapesse la dr.ssa Pugliese è un Pm della Procura di Bergamo già parte del pool anti pedofilia!).
Partiamo dalle notizie che ci vengono date. E da quelle stranamente omesse.
Il dr. Angileri, se ben ricordate, ammise di aver scaricato materiale pedopornografico, adducendo il tutto a “motivi di studio” (sic).  
Ma di questo nella sua mail non c’è traccia.
Il processo di appello riconfermò la condanna, seppure (come quasi sempre capita in appello) diminuendo la pena, che veniva comunque mantenuta alta, a ben 3 anni di reclusione. Anche per il secondo grado quindi il dr. Angileri era un pedofilo. Non in modo assoluto e definitivo, certo, ma per il secondo grado lo era, come lo era stato per il primo. Pedofilo o Pedocriminali, usando un termine molto in voga negli Stati Uniti. Ma non solo: si prospettava addirittura che lo fosse in modo ancora più “completo”, se così possiamo dire.
Leggete infatti l’articolo uscito al riguardo sul Giornale di Sicilia:

“I giudici della prima sezione della Corte d’appello di Palermo hanno ridotto di quasi la metà la condanna a Sergio Angileri, 63 anni. 
“Palermo. Nel suo computer vennero trovate migliaia di immagini pedo-pornografiche che ritraevano stupri, sevizie, persino sui neonati. Lui, psicologo, ha sempre detto che si trattava di materiale utile per il suo lavoro, ma la sua tesi non ha avuto pieno successo. Così Sergio Angileri, 63 anni, è stato condannato dalla prima sezione della corte d’appello  a 3 anni, riducendo però quasi della metà la pena a 5 anni e 6 mesi inflitta in primo grado. Inoltre è stata tolta la sospensione dalla professione per tre anni. Spunta però una nuova accusa, ovvero quella di produzione (e non solo possesso dunque) di immagini pedo-pornografiche. Giornale di Sicilia – 23 02 2010”

Avete letto con attenzione?
Non si tratta di uscirne puliti, anzi. Si è aperto un nuovo filone (di cui a breve sentiremo parlare essendo le indagini chiuse e l’udienza preliminare fissata), ovvero:
la produzione di materiale pedopornografico.
Reato questo ancora più grave del precedente, poiché non abbiamo modo di pensare ad altro se pensiamo a come il materiale pedopornografico venga prodotto da un individuo.
Anche questo fatto, stranamente, viene omesso.
Il dr. Angileri scrive poi che la Cassazione ha annullato tutto, facendo intendere che lo ha assolto (o forse ancora una volta abbiamo capito male noi, d’altronde come diceva il compianto Enzo Biagi  spesso “è difficile unire un paese dove quello che al Nord chiamano Uccello al Sud lo chiamano Pesce”).
Pertanto siamo portati a pensare che l’articolo che segue non abbia nulla a che vedere con lui. Segno che ci sono nella stessa città,  Palermo, due psicologi, entrambe condannati a 3 anni in secondo grado e per il medesimo reato:

“Stretta anti-pedofilia digitale.
Condannato per pedopornografia anche chi ha nell’hard disk del proprio computer file destinati al cestino e quindi cancellati. Lo precisa la Corte di Cassazione con la sentenza n. 639 del 13 gennaio. La corte ha così respinto sul punto il ricorso presentato da uno psicologo che era stato sanzionato con 3 anni di reclusione dalla Corte d’appello di Palermo e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per essersi procurato attraverso l’accesso a internet, pagato anche con carte di credito, immagini di contenuto pedopornografico scaricato poi su tre computer.
Tra i motivi di ricorso, la difesa aveva sostenuto che la semplice visione di immagini non costituisce reato e quindi la condanna era da annullare. La Corte ha però ricordato che, sulla base della fattispecie di reato delineato dall’articolo 4 della legge 269 del 1998, la condotta penalmente rilevante consiste nel fatto di procurarsi consapevolmente o di disporre di materiale pornografico realizzato attraverso lo sfruttamento sessuale dei minori di 18 anni. Nel 2006, poi, la legge n. 38 ha inasprito ulteriormente le sanzioni prevedendo un’aggravante quando il materiale detenuto è cospicuo e riformulando anche, in parte, i contenuti della condotta rilevante sostituendo il fatto di disporre di materiale pornografico con la semplice detenzione.
Ora la Cassazione precisa che nella condotta di «procurarsi» o di «disporre» rientra sicuramente anche la “semplice” visione di immagini pedopornografiche scaricate dal computer perché, per un tempo anche limitato alla sola visione, le immagini sono nella disponibilità dell’interessato. In altre parole, la condotta di chi si procura materiale pedopornografico scaricato attraverso downloading da un sito internet a pagamento «offende la libertà sessuale e individuale dei minori coinvolti come il comportamento di chi lo produce». Inoltre, come risultava dall’accertamento tecnico compiuto in sede di merito, un elevato numero di immagini era contenuto negli hard disk dei computer di proprietà dello psicologo siciliano in modalità «non allocata»: si trattava cioè di files avviati al cestino e quindi cancellati. Ma che, scrivono i giudici, «erano pur sempre disponibili attraverso una semplice riattivazione dell’accesso al file. Quindi erano “detenuti” e pertanto “disponibili”». Solo per i files definitivamente cancellati si può dire che fosse cessata la disponibilità. Del resto, conclude sul punto la sentenza della Cassazione, lo stesso interessato aveva ammesso in sede di interrogatorio reso nel giudizio di merito che il materiale incriminato non solo era stato scaricato in maniera consapevole da internet ma che, prima di procedere alla sua cancellazione, era stato ampiamente visionato, escludendo così un’operazione di involontario scaricamento.
di Giovanni Negri 16 gennaio 2011 Il Sole 24 ore.
Questo il link all’articolo pubblicato il 16 gennaio 2011 alle ore 08:15:
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-01-16/stretta-antipedofilia-digitale-081527.shtml?uuid=AaKj8F0Cù

Strano. Il tono, ed i contenuti, paiono assai diversi da quelli scritti dall’Angileri.
Non ci resta a questo punto che pubblicare la sentenza (sempre ovviamente se si tratta della stessa persona). Ma di questa possibilità ne parliamo più avanti.
Passiamo invece ad un fatto che consideriamo personalmente in vari modi:
preoccupante, particolare, eloquente, pericoloso! Anche stavolta trovate voi le parole, dato che le nostre non sono ben comprese.
Quanto riportiamo di seguito appare da tempo sul sito del dr. Angileri (già il nostro post del 2007 l’aveva citato!), che offre anche a domicilio interventi psicoterapeutici: per chi scarica materiale pedo (e per questo è da considerarsi pedofilo) da internet. Leggiamo:

Pedofilia, Pedopornofilia, Pornodipendenza,

Internet Cybersex Dipendenza

Visite e interventi a domicilio, per psicologia e psicoterapia

“L’intervento qui presentato ed offerto, è quindi rivolto a coloro che sono “vittime di se stessi”, (gli abusanti adulti), a causa della propria condizione psicologica o della propria psicopatologia.
Gli interventi diretti alle “vittime propriamente dette” (gli abusati: bambini e minori in particolare), saranno invece consegnati ad altri specialisti settoriali per gli abusati. E’ noto che la quasi totalità degli interventi clinici e sociali, sono tutti a favore degli abusati e ciò è certamente più che comprensibile, dato che si tratta di bambini e minorenni. Molto di meno e molto poco si fa, invece, sia sul versante clinico che sociale, a favore degli abusanti allo stato libero e ancor di meno quando sono già reclusi dallo Stato.
Consapevoli del fatto che è molto più facile riscuotere l’approvazione e il plauso sociale aggregandosi alla già folta folla dei soccorritori degli abusati, noi abbiamo invece scelto la ben più difficile e meno acclamata via, di offrire aiuto psicologico, medico e sociale, a coloro che sono molto soli, oltre che prigionieri abbandonati nella loro patologia. Eppure essi (gli abusanti, detti anche da tutta la società, “mostri”), sono “bambini nati”, esattamente come le vittime abusate, anch’essi “bambini nati”.

Il Dott. Angileri dunque offre specialistica psicodiagnosi e consulenza nei casi su esposti. Laddove sia necessario, offre la terapia integrata specifica per questi casi, cioè coordinando insieme, l’intervento psicoterapeutico e farmacologico.
Il Dott. Angileri assume in carico e interviene sul piano psicoterapeutico, mentre gli specialisti coordinati (il neurologo, lo psichiatra e il medico internista), intervengono per la valutazione medica e organica e per la somministrazione farmacologica.
Poiché, infatti, quando la pedofilia, le parafile (sic) in genere e le forme ormai strutturate delle dipendenze, si presentano consolidate o cronicizzate, esse sono quasi sempre in comorbilità (sic)con altri quadri psicopatologici (assi ansioso-depressivi, alcuni disturbi di personalità, il disturbo ossessivo-compulsivo ecc.), la terapia, la maggior parte delle volte, richiede la coordinazione simultanea e monitorata, fra la psicoterapia e la psicofarmacoterapia.
Viene infine offerta, per quelle persone che a causa della loro condizione o patologia siano in una controversia giudiziaria, ( infatti le condotte generate dalle suddette psicopatologie vengono trattate dagli addetti giudiziari in conformità con leggi penali che definiscono la fattispecie di reato ), la possibilità di assistenza legale e di assistenza informatica, da parte di avvocati e ingegneri informatici di primissimo ordine ed esperienza nel settore, collegati con il nostro staff medico-psicologico, coordinando, in questi casi, le procedure legali e le procedure psicologiche, incluse le perizie tecniche e psichiatriche, laddove necessarie o richieste.” 

Noi siamo senza parole, e Voi?
Dato che siamo certi ci sommergerete di e-mail poiché non ci crederete, vi linkiamo al sito di Angileri, da cui abbiamo tolto quanto avete appena letto (cliccate la parte legata alla pedofilia per avere accesso alla parte sopra riportata):
http://www.psicoterapia-palermo.it/

Incredibile vero?  Già…Ma non basta: offrono anche supporto legale ai pedofili. E consulenza informatica (cosa vuol dire dare consulenza informatica ad una persona che ha scaricato materiale pedopornografico????????). Che errore commettiamo se pensiamo male ed inorridiamo davanti ad una simile proposta, peraltro che viene sbandierata alla luce del sole, come se fosse la cosa più naturale del mondo?
Questo, per oggi, è quanto.
Diamo la disponibilità al dr. Angileri a pubblicare in questo blog le sentenze integrali.
Saranno quelle e solo quelle a confermare o smentire la sua natura pedofila/pedocriminale,  i reati che non ha o che ha commesso. E ci scusiamo se abbiamo usato impropriamente il termine “arrestato”, che comunque resta oggi più che mai non un’offesa bensì una supposizione reale e concreta.
Di veramente offensivo qua ci sono solo le foto di “neonati” / “bambini abusati” in un computer. L’immagine personale/professionale del dr. Angileri sono lese non certo da un verbo frainteso ma da fatti eloquenti.
Credo però che faremo nelle apposite sedi istituzionali delle richieste di cui vi parleremo appunto dopo averle fatte, nei prossimi giorni.
Concludiamo non prima di porci, ad alta voce, un’ultimaa domanda, che va oltre la più banale logica, e che un caso così ci permette di fare, generalizzando:
permettereste ad una persona condannata (non arrestata nel senso di finita agli arresti domiciliari/carcerari, no solo condannata) per spaccio di eroina, di lavorare contattando dei tossicodipendenti con il fine di aiutarli?
Nulla di grave qualcuno mosso da coerente Garantismo, mi risponderà. Vero, verissimo. Ma credo che permettere ad una  persona così di contattare dei tossicodipendenti potrebbe mostrare un elevatissimo rischio che la persona anziché curarli dia loro della droga.
Ora ragionando sempre per assurdo mi chiedo come sia possibile che una persona condannata (non arrestata! Fottuto lapsus freudiano!) condannata per detenzione di materiale pedopornografico (ed oggi addirittura in attesa di possibile rinvio a giudizio per presunta produzione!) di contattare persone con lo stesso vizietto per curarle, mi pare una palese presa in giro delle elementari regole civili.
Poiché, pensando male probabilmente, dato che non è di sicuro questa l’intenzione del dr. Angileri, verrebbe da pensare appunto che sia quasi un modo legale per creare una rete tra pedofili (veri, presunti, condannati, arrestati, assolti, innocenti: trovi il sig. Angileri l’aggettivo più consono). E questo scusate ci inorridisce ed abbiamo tutto il diritto di urlarlo e farlo sapere al mondo.
In attesa che le parole “arrestato”  o “assolutamente innocente”   abbiano davvero il significato nella loro totalità.


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E’ PASSATAAAAAAAA!!!!!!

La legge a cui per primi siamo stati chiamati a collaborare è finalmente passata, nella sua versione definitiva (che ha accorporato le varie proposte dei singoli ministri, dalla Prestigiacomo a Castelli).

Un altro grande punto a nostro favore ma soprattutto a favore di quella battaglia che sempre più spesso abbiamo definitivo CIVILE!

Un grazie a chi per primo ha creduto in noi affidandoci questo importante incarico istituzionale.

Già disponibile nel nuovo sito di Prometeo, il testo definitivo.

Misure più severe e nuovi strumenti contro pedofilia e pedopornografia.

banner(‘www.ilsole24ore.it/05/sole4/norme_tributi’,’HalfPage’, ”, ”);

Condannato in primo grado per pedopornografia Sergio Angileri, psicologo palermitano.

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UN ‘ALTRA CONDANNA PER PEDOPORNOGRAFIA, STAVOLTA A PALERMO.
Riportiamo un articolo apparso sulla stampa nazionale che si ricollega alla perfezione all’intervento messo lunedì ed intitolato “Pedocriminali”. Tempismo perfetto, vero?!
Per il resto interessante vedere come le stesse parole del protagonista di questa vicenda, pedofilo secondo la condanna di primo grado, possano rientrare alla perfezione nel profilo tracciato ieri.
Ultima nota, nel suo sito, ancora on-line, una parte è dedicata alla cura di chi ha “dipendenza da internet per quanto concerne la fruizione di materiale pornografico”.
 
<<Acquisì immagini pornografiche con bambini.>>
Lui si giustifica: “Lo facevo per motivi di studio”
Pedofilia in Rete, 5 anni a uno psicologo.
“Uno psicologo di 61 anni, Sergio Angileri, è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione (tre sono cancellati dall´indulto), per detenzione continuata di materiale pedopornografico. Il pm aveva chiesto una condanna più lieve, a quattro anni e sei mesi. La sentenza, emessa a conclusione del rito abbreviato, prevede anche l´interdizione dalla professione di psicologo e da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado. Il gup Marina Petruzzella ha ritenuto l´imputato socialmente pericoloso e gli ha imposto, una volta scontata la pena, la libertà vigilata. Lo psicoterapeuta, che ha uno studio in via Leonardo da Vinci, si era difeso motivando un interesse mosso da scopi unicamente professionali e sostenendo che la navigazione attraverso i siti “incriminati” era stata compiuta per motivi di studio.
L´imputato era finito sotto indagine nel 2003 per l´acquisto ripetuto, in maniera definita «seriale, maniacale», di materiale pedopornografico su Internet sin dal 2000. Per centinaia di volte il professionista avrebbe adoperato la sua carta di credito per acquistare foto pornografiche con al centro atti sessuali su neonati, anche di pochi mesi, e su bambini. La frequentazione reiterata dei siti per pedofili sarebbe emersa dai riscontri fatti dalla polizia postale. Nella sua abitazione è stato sequestrato materiale informatico in abbondanza, e la perizia disposta dal giudice ha confermato l´acquisto e la navigazione in siti pedopornografici.
Nonostante la difesa di Angileri, il pm ha definito preoccupante che il reato fosse commesso da uno psicologo, ovvero da un professionista che dovrebbe anche curare pazienti malati di pedofilia. Una condanna pesante, quella del giudice Petruzzella, perché è stato ritenuto che l´imputato abbia avuto continuamente – si parla di «migliaia di volte» – accesso a Internet. Di fronte alla perizia tecnica, condotta dall´esperto nominato dal giudice, Marcello La Bella, ritenuto un´autorità in materia, l´imputato ha inserito in sua difesa, tra gli atti del processo, un articolo pubblicato su una rivista nel 2005. Si tratta di un servizio in cui si afferma che, se tanta gente usufruisce di questo tipo di materiale, bisogna, piuttosto che scandalizzarsi, comprendere il fenomeno. È un reato introdotto di recente, quello dell´acquisizione di materiale pedopornografico, ma ritenuto ormai tra i più gravi, di rilevanza mondiale, e che coinvolge anche bambini ignari davanti al computer. Oltre all´acquisto, per il quale Angileri è finito sotto processo, i magistrati hanno scoperto una serie di foto, a sfondo erotico, scattate a una bambina. Lo psicologo si è difeso negando che le foto fossero pornografiche. “

Lo strano caso del dr. Sergio Angileri, psicologo di Palermo.

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Lo strano caso del dottor Sergio Angileri, psicologo di Palermo.

PREMESSA:
chi ci segue da tempo sa che di “stranezze” nel campo della lotta alla pedofilia ce ne sono a decine. Io pure ci ho infarcito il mio prossimo libro in uscita. Alcune sono così folli che se non parlassimo di bimbi abusati ci sarebbe da morire dal ridere.
Il tizio che si difende dicendo che è stato il proprio gatto a scaricargli le foto pedo nel pc, o quello assolto perché abusante  sì ma pure sonnambulo, o l’educattore che spaccia per teatro il gioco della formichina, ne sono un esempio.
Quanto stiamo per commentare, bhè, crediamo non sia da meno:

Partiamo da un link di qualche anno fa, a cui abbiamo cambiato un verbo poiché male interpretato . Questo:  http://www.massimilianofrassi.it/blog/6351.html   
Il link che avete appena cliccato e riletto, come avete visto, vi ha rimandato ad un articolo, che riportammo in questo Blog dopo aver tracciato un profilo (in un altro articolo precedente) di come i criminali pedofili / pedocriminali (termine su cui siamo d’accordo tutti, se intendiamo la pedofilia un crimine, o sul quale siamo contrari se la pensiamo assolutamente da non punire) tendono a difendersi, secondo uno studio fatto in America. Nei giorni seguenti a quel nostro primo intervento pubblicammo quello a cui il link vi ha rimandato, ovvero un articolo tratto dal Giornale di Sicilia che riportava la auto difesa di uno psicologo palermitano, Sergio Angileri, dopo la condanna per pedopornografia, in primo grado.
Nel suo pc: “foto di neonati e di bambini seviziati”.
Il nostro errore fu di scrivere “arrestato” (errore a cui facciamo ammenda. Con arrestato si intendeva la logica conseguenza ad un simile crimine, dando l’arresto per scontato ed invece scoprendo che malgrado la denuncia tale arresto non era mai stato posto in essere, ma così vanno le cose nel nostro paese…..; non parlammo comunque mai di carcere!).
Ora Angileri torna a contattarci, con una mail di cui riportiamo alcuni significativi stralci, prima di passare ai nostri commenti.

<<Buongiorno, Massimiliano Frassi!
Vedo oggi, che continua ad essere presente l’informazione sul mio conto, sin dall’11.12.2007, completamente errata e non corrispondente a fatti di realtà. Prima fra tutte, l’informazione relativa ad un mio presunto arresto/carcerazione per cinque anni e sei mesi, che sarebbe avvenuta, secondo la sua diffamante informazione, già l’11.12.2007. (…) ancora oggi lei persevera con la sua azione diffamatoria nei miei confronti. Nemmeno una sola virgola di quello che scrisse la Petruzzella, la gip del primo grado, corrisponde ai fatti concreti e periziati. Nemmeno una delle cose da Petruzzella allora pensate contro di me si è mai realizzata o eseguita, proprio perché io non mai commesso nulla di ciò di cui mi si accusava e questo io glielo dissi sin da subito e ripetuto più volte. Lei, Frassi, ha continuato a fare orecchio da mercante.
(…) Per darle un’ultima opportunità, per darle ancora una volta la possibilità di correggere IMMEDIATAMENTE l’informazione on-line, la informo che:
1.     nel febbraio 2010 la Corte di Appello di Palermo ha abbondantemente riformulato la decisione di Petruzzella e, cosa di gran lunga più significativa,
2.     la Suprema Corte di Cassazione di Roma, ha ANNULLATO la stessa sentenza della Corte di Appello.
Ciò dunque dimostra la totale infondatezza della decisione di Petruzzella, avvenuta il 10.12.2007 e della stessa Corte di Appello, poi.  (…) Di conseguenza le intimo di correggere subito la informazione in Internet e le chiedo di fornire l’informazione che le sto qui informalmente, ma ufficialmente, fornendo.
Ho le prove che la sua azione diffamatoria è stato un atto continuato negli ultimi tre anni, nonostante le mie richieste. Nonostante ciò, vorrei evitare di avere ancora a che fare con gli orridi ambienti della “giustizia”, quindi vorrei evitare di doverla querelare e denunciare. (…)
Dr. Sergio Angileri
PS= mi saluti la sig.ra d.ssa Pugliese. Grazie.”

Questa parte della mail. Compresa di Ps, forse uno pseudo messaggio subliminale, incommentabile per il tasso di ridicolo (e non solo…) che porta con sé  (per chi non lo sapesse la dr.ssa Pugliese è un Pm della Procura di Bergamo già parte del pool anti pedofilia!).
Partiamo dalle notizie che ci vengono date. E da quelle stranamente omesse.
Il dr. Angileri, se ben ricordate, ammise di aver scaricato materiale pedopornografico, adducendo il tutto a “motivi di studio” (sic).  
Ma di questo nella sua mail non c’è traccia.
Il processo di appello riconfermò la condanna, seppure (come quasi sempre capita in appello) diminuendo la pena, che veniva comunque mantenuta alta, a ben 3 anni di reclusione. Anche per il secondo grado quindi il dr. Angileri era un pedofilo. Non in modo assoluto e definitivo, certo, ma per il secondo grado lo era, come lo era stato per il primo. Pedofilo o Pedocriminali, usando un termine molto in voga negli Stati Uniti. Ma non solo: si prospettava addirittura che lo fosse in modo ancora più “completo”, se così possiamo dire.
Leggete infatti l’articolo uscito al riguardo sul Giornale di Sicilia:

“I giudici della prima sezione della Corte d’appello di Palermo hanno ridotto di quasi la metà la condanna a Sergio Angileri, 63 anni. 
“Palermo. Nel suo computer vennero trovate migliaia di immagini pedo-pornografiche che ritraevano stupri, sevizie, persino sui neonati. Lui, psicologo, ha sempre detto che si trattava di materiale utile per il suo lavoro, ma la sua tesi non ha avuto pieno successo. Così Sergio Angileri, 63 anni, è stato condannato dalla prima sezione della corte d’appello  a 3 anni, riducendo però quasi della metà la pena a 5 anni e 6 mesi inflitta in primo grado. Inoltre è stata tolta la sospensione dalla professione per tre anni. Spunta però una nuova accusa, ovvero quella di produzione (e non solo possesso dunque) di immagini pedo-pornografiche. Giornale di Sicilia – 23 02 2010”

Avete letto con attenzione?
Non si tratta di uscirne puliti, anzi. Si è aperto un nuovo filone (di cui a breve sentiremo parlare essendo le indagini chiuse e l’udienza preliminare fissata), ovvero:
la produzione di materiale pedopornografico.
Reato questo ancora più grave del precedente, poiché non abbiamo modo di pensare ad altro se pensiamo a come il materiale pedopornografico venga prodotto da un individuo.
Anche questo fatto, stranamente, viene omesso.
Il dr. Angileri scrive poi che la Cassazione ha annullato tutto, facendo intendere che lo ha assolto (o forse ancora una volta abbiamo capito male noi, d’altronde come diceva il compianto Enzo Biagi  spesso “è difficile unire un paese dove quello che al Nord chiamano Uccello al Sud lo chiamano Pesce”).
Pertanto siamo portati a pensare che l’articolo che segue non abbia nulla a che vedere con lui. Segno che ci sono nella stessa città,  Palermo, due psicologi, entrambe condannati a 3 anni in secondo grado e per il medesimo reato:

“Stretta anti-pedofilia digitale.
Condannato per pedopornografia anche chi ha nell’hard disk del proprio computer file destinati al cestino e quindi cancellati. Lo precisa la Corte di Cassazione con la sentenza n. 639 del 13 gennaio. La corte ha così respinto sul punto il ricorso presentato da uno psicologo che era stato sanzionato con 3 anni di reclusione dalla Corte d’appello di Palermo e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per essersi procurato attraverso l’accesso a internet, pagato anche con carte di credito, immagini di contenuto pedopornografico scaricato poi su tre computer.
Tra i motivi di ricorso, la difesa aveva sostenuto che la semplice visione di immagini non costituisce reato e quindi la condanna era da annullare. La Corte ha però ricordato che, sulla base della fattispecie di reato delineato dall’articolo 4 della legge 269 del 1998, la condotta penalmente rilevante consiste nel fatto di procurarsi consapevolmente o di disporre di materiale pornografico realizzato attraverso lo sfruttamento sessuale dei minori di 18 anni. Nel 2006, poi, la legge n. 38 ha inasprito ulteriormente le sanzioni prevedendo un’aggravante quando il materiale detenuto è cospicuo e riformulando anche, in parte, i contenuti della condotta rilevante sostituendo il fatto di disporre di materiale pornografico con la semplice detenzione.
Ora la Cassazione precisa che nella condotta di «procurarsi» o di «disporre» rientra sicuramente anche la “semplice” visione di immagini pedopornografiche scaricate dal computer perché, per un tempo anche limitato alla sola visione, le immagini sono nella disponibilità dell’interessato. In altre parole, la condotta di chi si procura materiale pedopornografico scaricato attraverso downloading da un sito internet a pagamento «offende la libertà sessuale e individuale dei minori coinvolti come il comportamento di chi lo produce». Inoltre, come risultava dall’accertamento tecnico compiuto in sede di merito, un elevato numero di immagini era contenuto negli hard disk dei computer di proprietà dello psicologo siciliano in modalità «non allocata»: si trattava cioè di files avviati al cestino e quindi cancellati. Ma che, scrivono i giudici, «erano pur sempre disponibili attraverso una semplice riattivazione dell’accesso al file. Quindi erano “detenuti” e pertanto “disponibili”». Solo per i files definitivamente cancellati si può dire che fosse cessata la disponibilità. Del resto, conclude sul punto la sentenza della Cassazione, lo stesso interessato aveva ammesso in sede di interrogatorio reso nel giudizio di merito che il materiale incriminato non solo era stato scaricato in maniera consapevole da internet ma che, prima di procedere alla sua cancellazione, era stato ampiamente visionato, escludendo così un’operazione di involontario scaricamento.
di Giovanni Negri 16 gennaio 2011 Il Sole 24 ore.
Questo il link all’articolo pubblicato il 16 gennaio 2011 alle ore 08:15:
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-01-16/stretta-antipedofilia-digitale-081527.shtml?uuid=AaKj8F0Cù

Strano. Il tono, ed i contenuti, paiono assai diversi da quelli scritti dall’Angileri.
Non ci resta a questo punto che pubblicare la sentenza (sempre ovviamente se si tratta della stessa persona). Ma di questa possibilità ne parliamo più avanti.
Passiamo invece ad un fatto che consideriamo personalmente in vari modi:
preoccupante, particolare, eloquente, pericoloso! Anche stavolta trovate voi le parole, dato che le nostre non sono ben comprese.
Quanto riportiamo di seguito appare da tempo sul sito del dr. Angileri (già il nostro post del 2007 l’aveva citato!), che offre anche a domicilio interventi psicoterapeutici: per chi scarica materiale pedo (e per questo è da considerarsi pedofilo) da internet. Leggiamo:

Pedofilia, Pedopornofilia, Pornodipendenza,

Internet Cybersex Dipendenza

Visite e interventi a domicilio, per psicologia e psicoterapia

“L’intervento qui presentato ed offerto, è quindi rivolto a coloro che sono “vittime di se stessi”, (gli abusanti adulti), a causa della propria condizione psicologica o della propria psicopatologia.
Gli interventi diretti alle “vittime propriamente dette” (gli abusati: bambini e minori in particolare), saranno invece consegnati ad altri specialisti settoriali per gli abusati. E’ noto che la quasi totalità degli interventi clinici e sociali, sono tutti a favore degli abusati e ciò è certamente più che comprensibile, dato che si tratta di bambini e minorenni. Molto di meno e molto poco si fa, invece, sia sul versante clinico che sociale, a favore degli abusanti allo stato libero e ancor di meno quando sono già reclusi dallo Stato.
Consapevoli del fatto che è molto più facile riscuotere l’approvazione e il plauso sociale aggregandosi alla già folta folla dei soccorritori degli abusati, noi abbiamo invece scelto la ben più difficile e meno acclamata via, di offrire aiuto psicologico, medico e sociale, a coloro che sono molto soli, oltre che prigionieri abbandonati nella loro patologia. Eppure essi (gli abusanti, detti anche da tutta la società, “mostri”), sono “bambini nati”, esattamente come le vittime abusate, anch’essi “bambini nati”.

Il Dott. Angileri dunque offre specialistica psicodiagnosi e consulenza nei casi su esposti. Laddove sia necessario, offre la terapia integrata specifica per questi casi, cioè coordinando insieme, l’intervento psicoterapeutico e farmacologico.
Il Dott. Angileri assume in carico e interviene sul piano psicoterapeutico, mentre gli specialisti coordinati (il neurologo, lo psichiatra e il medico internista), intervengono per la valutazione medica e organica e per la somministrazione farmacologica.
Poiché, infatti, quando la pedofilia, le parafile (sic) in genere e le forme ormai strutturate delle dipendenze, si presentano consolidate o cronicizzate, esse sono quasi sempre in comorbilità (sic)con altri quadri psicopatologici (assi ansioso-depressivi, alcuni disturbi di personalità, il disturbo ossessivo-compulsivo ecc.), la terapia, la maggior parte delle volte, richiede la coordinazione simultanea e monitorata, fra la psicoterapia e la psicofarmacoterapia.
Viene infine offerta, per quelle persone che a causa della loro condizione o patologia siano in una controversia giudiziaria, ( infatti le condotte generate dalle suddette psicopatologie vengono trattate dagli addetti giudiziari in conformità con leggi penali che definiscono la fattispecie di reato ), la possibilità di assistenza legale e di assistenza informatica, da parte di avvocati e ingegneri informatici di primissimo ordine ed esperienza nel settore, collegati con il nostro staff medico-psicologico, coordinando, in questi casi, le procedure legali e le procedure psicologiche, incluse le perizie tecniche e psichiatriche, laddove necessarie o richieste.” 

Noi siamo senza parole, e Voi?
Dato che siamo certi ci sommergerete di e-mail poiché non ci crederete, vi linkiamo al sito di Angileri, da cui abbiamo tolto quanto avete appena letto (cliccate la parte legata alla pedofilia per avere accesso alla parte sopra riportata):
http://www.psicoterapia-palermo.it/

Incredibile vero?  Già…Ma non basta: offrono anche supporto legale ai pedofili. E consulenza informatica (cosa vuol dire dare consulenza informatica ad una persona che ha scaricato materiale pedopornografico????????). Che errore commettiamo se pensiamo male ed inorridiamo davanti ad una simile proposta, peraltro che viene sbandierata alla luce del sole, come se fosse la cosa più naturale del mondo?
Questo, per oggi, è quanto.
Diamo la disponibilità al dr. Angileri a pubblicare in questo blog le sentenze integrali.
Saranno quelle e solo quelle a confermare o smentire la sua natura pedofila/pedocriminale,  i reati che non ha o che ha commesso. E ci scusiamo se abbiamo usato impropriamente il termine “arrestato”, che comunque resta oggi più che mai non un’offesa bensì una supposizione reale e concreta.
Di veramente offensivo qua ci sono solo le foto di “neonati” / “bambini abusati” in un computer. L’immagine personale/professionale del dr. Angileri sono lese non certo da un verbo frainteso ma da fatti eloquenti.
Credo però che faremo nelle apposite sedi istituzionali delle richieste di cui vi parleremo appunto dopo averle fatte, nei prossimi giorni.
Concludiamo non prima di porci, ad alta voce, un’ultimaa domanda, che va oltre la più banale logica, e che un caso così ci permette di fare, generalizzando:
permettereste ad una persona condannata (non arrestata nel senso di finita agli arresti domiciliari/carcerari, no solo condannata) per spaccio di eroina, di lavorare contattando dei tossicodipendenti con il fine di aiutarli?
Nulla di grave qualcuno mosso da coerente Garantismo, mi risponderà. Vero, verissimo. Ma credo che permettere ad una  persona così di contattare dei tossicodipendenti potrebbe mostrare un elevatissimo rischio che la persona anziché curarli dia loro della droga.
Ora ragionando sempre per assurdo mi chiedo come sia possibile che una persona condannata (non arrestata! Fottuto lapsus freudiano!) condannata per detenzione di materiale pedopornografico (ed oggi addirittura in attesa di possibile rinvio a giudizio per presunta produzione!) di contattare persone con lo stesso vizietto per curarle, mi pare una palese presa in giro delle elementari regole civili.
Poiché, pensando male probabilmente, dato che non è di sicuro questa l’intenzione del dr. Angileri, verrebbe da pensare appunto che sia quasi un modo legale per creare una rete tra pedofili (veri, presunti, condannati, arrestati, assolti, innocenti: trovi il sig. Angileri l’aggettivo più consono). E questo scusate ci inorridisce ed abbiamo tutto il diritto di urlarlo e farlo sapere al mondo.
In attesa che le parole “arrestato”  o “assolutamente innocente”   abbiano davvero il significato nella loro totalità.

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